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velleità letterarie

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a_lice
view post Posted on 8/3/2006, 14:15




Credo sia la sezione giusta per postare smile.gif
Nessuno di voi ha mai avuto velleità letterarie? Mai scritto un racconto o composto n8ulla?

Mi piacerebbbe leggere cose vostre se ne avete:)

Io ho qualcosina nel cassetto happy.gif ma non vorrei essere la prima ad innaugurare questo topic biggrin.gif
 
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Emeraldas
view post Posted on 8/3/2006, 16:15




Ho scritto racconti di vario genere... volevo metterli sul mio sito o sul forum qui sotto... però mi vergogno un po'... happy.gif' Li metto? Shiro ha letto qualcosa... ph34r.gif
 
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a_lice
view post Posted on 8/3/2006, 16:30




si si dai, così non sono l'unica wink.gif
 
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Shiro Amada
view post Posted on 8/3/2006, 16:57




Io una volta ho scritto su di un muro con una bomboletta, vale anche quello huh.gif
Poi ho fatto il giornalista musicale e il cronista sportivo.
Ma mi han buttato fuori entrambe le volte perchè sbagliavo i congiuntivi.
Ho poi interrotto dopo 2 capitoli un libro per bambini.
E ora scrivo soggetti e format per la TV che vengono regolarmente scartati wacko.gif
Ma la mia ultiima e più grande fatica incompiuta la si può leggere quì:

http://www.forumfree.net/?t=7047893

Un giorno verrò rivalutato...
 
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a_lice
view post Posted on 8/3/2006, 18:20




CITAZIONE (Shiro Amada @ 8/3/2006, 16:57)
Un giorno verrò rivalutato...

Ho letto la cosa che hai postato happy.gif
Lollosisima biggrin.gif
 
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Estryldis
view post Posted on 9/3/2006, 01:03




Bhe io avevo cominciato un romanzo fantasy a quattro mani al tempo del liceo, però si è interrotto dopo qualche capitolo...

Recentemente ho riscoperto la passione per la scrittura quasi per caso, con le fanfiction e ne ho scritte un paio (una tuttora in corso) su Glass no Kamen.
E devo dire che scrivere mi piace davvero tanto, peccato che sia un hobby che mi assorbe completamente quando mi ci metto e il tempo per farlo sia davvero poco... rolleyes.gif

Edited by Estryldis - 10/3/2006, 13:24
 
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=Azumi=
view post Posted on 9/3/2006, 11:47




Una volta avevo iniziato a scrivere una fanfic su Yoroiden samurai troopers...lasciata là dopo 3 capitoli perché non avevo idea del finale. Mai pubblicata.
Poi mi sono fatta furba: ho deciso di iniziare una fanfic su Inuyasha partendo dal finale. Sono a quota 20 pagine, ma mi manca tutto il pezzo che viene PRIMA del finale.
Comincio a pensare di non essere stata così furba.... rolleyes.gif
Morale della favola: non leggerete mai niente scritto da me happy.gif
 
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a_lice
view post Posted on 9/3/2006, 17:33




CITAZIONE (=Azumi= @ 9/3/2006, 11:47)

Poi mi sono fatta furba: ho deciso di iniziare una fanfic su Inuyasha partendo dal finale. Sono a quota 20 pagine, ma mi manca tutto il pezzo che viene PRIMA del finale.
Comincio a pensare di non essere stata così furba.... rolleyes.gif

In realtà questo è un espediente adottato da sceneggiatori professionisti: se hai un finale riesci, proseguendo a ritroso, a completare la vicenda.

 
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laughingpineapple
view post Posted on 9/3/2006, 21:10




Io di solito penso all'intero svolgimento prima di mettermi a scrivere proprio per evitare guai del genere... anche perchè sono veramente una lumaca a scrivere, l'ultima volta sono stati 4-5 giorni prima di dichiarare completa la mia Grande Opera... 2 pagine Word corpo 12. =____________=
Ho scritto due cosine sui miei personaggi di D&D che non leggerà mai nessuno - forse anche perchè non frega niente a nessuno dei miei pg - e un modesto numero di fanfiction, 3 su FFX, una su Lupin e 7 su Zelda, come al solito fandom d'elezione.
L'unica di cui possa dirmi contenta è così piccina che sta direttamente in questo post, tiè:
[SPOILER per Zelda Wind Waker, metà partita]

ATTESA

Attendeva sott'acqua, osservando i pesci e le correnti e i colori del mare cambiare con le stagioni, gli anni, le ere.
Attendeva sott'acqua, come un'antica statua di pietra incrostata di alghe, proteggendo quello che era stato suo. Reprimendone l'impulso alla vita con pretese di vendetta e di giustizia.
Attendeva sott'acqua, spiando con arti arcane il sonno e l'esilio della sua metà, nemesi, ombra. Una moneta, due facce, due croci: aneliti opposti e intrecciati di vita e di morte, ugualmente negati, chi per sconfitta e chi per errore, entrambi sepolti dai secoli. Solo tramite l'uno l'avversario avrebbe prevalso, ma chi dei due, solo alle Dee era dato sapere. Attendendo sott'acqua, il rimorso e la rabbia avevano giocato con la sua figura, come corallo e correnti marine, e scavando, erodendo, ornando, l'avevano reso un relitto in cui la nobiltà d'animo e l'orgoglio di un tempo si intrecciavano alle corde sottili della pazzia, e solo l'incrollabile forza di volontà restava a tenere insieme il tutto.
Attendeva sott'acqua.

Un giorno, finalmente, il mare intero sussultò: gli otto frammenti sepolti nelle sue acque più profonde erano d'improvviso ritornati in vita, allinenando le loro forze verso un piccolo ammasso di sabbia e scogli nelle remote acque meridionali. Sembravano aver sentito il richiamo di uno spirito affine. Poi più nulla. Ma era successo.

Quella sera stessa, non pochi uomini si meravigliarono di vedere il rudere ormeggiato da sempre al molo tre aprire gli occhi dipinti, sciogliere gli ormeggi e avviarsi beccheggiando all'uscita del porto, ma lo imputarono al vino, al sonno, o alla marea.
Il suo ultimo viaggio era iniziato.

L'Eroe era rinato, e la fine vicina.
 
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Estryldis
view post Posted on 9/3/2006, 22:30




Un applauso per Eva che si è lanciata per prima!!!
Molto suggestivo quello che hai scritto, però forse per capirlo meglio bisognerebbe conoscere zelda...


Io in genere preparo una sorta di sceneggiatura, il finale e più o meno quello che intendo far succedere ce l'ho già in testa quando inizio a scrivere, poi ovviamente capita che mi lasci prendere la mano e qualcosa vada diversamente da come avevo progettato; anche questo fa parte del fascino dello scrivere!

Avrei una fanfic di una paginetta, la più breve che ho scritto perchè in genere sono molto prolissa, ma l'ho scritta quasi per scommessa (è una storia lunga) e non sono particolarmente soddisfatta, mentre le altre sono piuttosto lunghe e mi sembrerebbe un po' eccessivo postarle. rolleyes.gif
Quella ancora in corso d'opera è arrivata a circa 78 pagine eci lavoro da un anno... alien.gif nei ritagli di tempo ovviamente!!!

Edited by Estryldis - 10/3/2006, 13:24
 
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a_lice
view post Posted on 10/3/2006, 00:13




Ok, visto che la eva ha rotto il ghiaccio mi lancio anche io (così non potete dir che lancio il sasso e nascondo la mano!)

Vi presento uno dei miei temi delle superiori meglio riuscito(mi sono portata a cas un 8 o un 9 non ricordo), liberamente ispirato a figlth club smile.gif

Jack

Se non avessi la certezza matematica che questo non è un sogno non crederei a quello che sto per fare.
Mi chiamo Jack Warrol, 29 anni 7 mesi e 15 giorni.
Per tutta la vita sono stato un verme smidollato, pecora tra le pecore, non mi sono mai fatto notare, ero la classica persona che a scuola dava e riceveva il minimo, nessuna aspirazione a qualche cosa di meglio, nessuna integrazione sociale, sono il fantasma di me stesso, e, ne sono sicuro, la gente fino ad oggi non si curava della mia presenza, ma da domani tutti parleranno del vecchio Jack e di come se ne è andato con il botto.

Ora lo sento, il freddo metallo premuto con matematica precisione e sicurezza contro la mia tempia destra.
Cain è qui con me, dorme beato, ancora sento le sue parole rimbombare nella mia testa “Lo scopo della vita non è forse morire?”. E’ steso sul divano si è lasciato cadere a peso morto ed ha un sorriso ebete stampato sul volto, vecchio diavolo…
Un ultima occhiata alla mia foto del giorno del diploma, poi chiudo gli occhi e

...

Come ogni mattina la mia giornata inizia alle 7.45, rovistando tra le mie quattro cose presi una camicia bianca ed un golf grigio asfalto, ho la testa pesante, l’unica cosa che può tirarmi su è una buona dose di caffeina. Trangugio il caffè nero, amaro e caldo, ormai non vi presto più attenzione, né al sapore né all’elevata temperatura. Prendo la borsa e esco di casa, pronto per andare a lavorare.
Sono un tutt’uno con l’ambiente circostante, un camaleonte urbano, la mia figura eretta di esemplare maschio di Homo Sapiens si fonde tra l’asfalto e il cielo plumbeo. Mi dirigo verso la metropolitana, sono lì solo come un cane sulla banchina, guardo i gruppetti di studenti e di altri impiegati parlare, ridere e scherzare; di sottofondo la filodiffusione della metropolitana trasmette “Stairway to Heaven” dei Led Zeppelin. In quel momento mi rendo conto di una cosa che in 29 anni di vita il sottoscritto non ha mai notato:

sono S-O-L-O !

Arrivo in ufficio in orario e mi sistemo nel mio box, sulla scrivania trovo ammonticchiate un numero di pratiche da sbrigare, non sono tutte mie in verità, da anni ormai i colleghi mi fanno “dono” di parte del loro lavoro, ed io faccio spallucce e lavoravo anche per loro, non faccio storie perché non volevo litigi e discussioni, ma accollarmi il loro lavoro non mi rende certo felice.

Le 17.30, la fine di una giornata lavorativa. E' buio e come se non bastasse si mitte a piovere, e sono senza ombrello.
La pioggia nella mia miserabile esistenza ha sempre rappresentato una sorta di leit-motiv: pioveva quando la mia ragazza mi lasciò (non sei tu… sono io), pioveva quando il mio vecchio se ne andò di casa, pioveva quando a mia madre (pace all’anima sua) diagnosticarono un cancro e pioveva quella sera, la sera in cui la mia vita cambiò.

Stavo sotto un cornicione sulla pensilina, stranamente deserta data l’ora, una leggera foschia si alzava dal terreno e tutto sembra far parte di una scena onirica, quasi surreale, quando lo vedo.
Passo sicuro, quasi arrogante nell’incedere, spolverino di pelle e totalmente vestito di nero, Cain fa la sua trionfale entrata in scena.
“Hai una sigaretta?” mi fa lui, io tartaglio un timido no, avverto il suo forte ascendente e ne sono allo stesso tempo attratto e turbato.
“Che tempo da lupi, non è vero Mr. Jack Warrol?”. Un brivido mi percorre la schiena, come fa a conoscere il mio nome?
Se prima ero turbato, ora sono teso come una corda di violino, faccio per parlare, gesticolo freneticamente, “Ma..Ma lei..Ma..” non terminai mai quella frase perché l’uomo in nero indica il mio badge di riconoscimento dell’ufficio. Imbarazzatissimo provvedo a rimuoverlo, lui sembra molto divertito ed io, invece, molto goffo.
“Io sono Cain” Nel mentre arriva il mio treno, salgo e lo saluto con un cenno della mano.

Torno a casa, la notte passa agitata; la sera seguente lo incontro ancora, e la sera dopo anche , e quella dopo ancora, e così via per ben tre mesi.
Ormai io e Cain siamo diventati amici, io non faccio domande su di lui e di contro lui aiuta me con i rapporti interpersonali.
Finché una sera seguo il mio nuovo amico al poligono di tiro, vuole insegnarmi a sparare; quando prendo in mano quella Beretta automatica ne avverto il nero potere e la sensazione che provo ogni volta che parte un colpo è piacevole: sparare a quelle sagome di cartone pressato è la cosa che mi piace di più.

Ultimamete non sono il più il bravo ragazzo sottomesso che ero sempre stato, gli altri lo avvertono, l’artefice del mio cambiamento è il buon vecchio Cain, lui sacome tirar fuori il meglio di me.
Finché non arriva quel giorno. Il capo mi vuole parlare, quando vado da lui mi licenzia senza fare tanti complimenti. Non so che cosa mi ha preso in quel momento, mi avvento su di lui e lo strangolo, poi me ne vado dall’ufficio, come se nulla fosse successo.

Arrivo a casa e chiamo Cain, dopo poco lui arriva da me.
Capisce subito e mi porge la sua pistola, mentre lo fa mi dice “Lo scopo della vita non è forse morire?”.
Gli sorrido, ha il brutto vizio di ripetermi sempre quella frase, poi gli sparo, Cain barcolla e si lascia cadere a peso morto sul divano. Muore di li a poco, ma con uno strano sorriso da ebete stampato sul volto, vecchio diavolo…

Porto la pistola alla tempia destra, guardo la foto fatta il giorno della consegna del diploma: “Va fatto”

BANG!

Edited by a_lice - 10/3/2006, 00:24
 
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Emeraldas
view post Posted on 10/3/2006, 10:36




Estry, perchè davanti al codice del colore non aggiungi "light", così leggiamo anche noi con il pc a pedali... ;_;

Così e non così

Devi scrivere tra patentesi quadre COLOR=lightgreen... fallo per la tua amica... smile.gif

Edited by Emeraldas - 10/3/2006, 10:37
 
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Estryldis
view post Posted on 10/3/2006, 13:22




scusa scusa è che davvero è un riflesso condizionato ormai...altrimenti non lo metterei proprio il verde! alien.gif

e che poi io il forum lo vedo azzurro chiarissimo quindi la scritta cos' la leggo, se fosse verde chiaro no....
misteri di forumfree unsure.gif alien.gif

ora modifico e tolgo il tag colore... cry.gif

Edited by Estryldis - 10/3/2006, 13:23
 
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Estryldis
view post Posted on 14/3/2006, 00:11




Bello Mab! w00t.gif

Allora mi faccio coraggio e posto anch'io la mia fanfic breve, ispirata ad un personaggio secondario di Glass no Kamen.
In effetti il suo pregio principale è proprio quello di essere breve e l'ho scritta perchè sul forum che frequentavo all'epoca, dove ci dedicavamo alacremente alla stesura di fanfic, si era detto che prima o poi qualcuno avrebbe dovuto scrivere qualcosa dedicato a Mai: l'ho fatto io.
Era un personaggio troppo insignificante e troppo sfigato con quella orribile pettinatura simile ad un enorme panettone, non potevo non accettare questa sfida!
E da qui deriva in parte anche il mio titolo nella firma "paladina dei comprimari bistrattati"... tongue.gif

buona lettura!


TI PREPARERÓ UNA TORTA!

Lo spettacolo era stato un successo.
Il pubblico aveva gradito la rappresentazione e applaudiva con entusiasmo gli attori usciti sul palco per i saluti. Mai si unì alla fila che stava lasciando la quinta, afferrò la mano del suo vicino e avanzò sorridente per raccogliere gli applausi, applausi meritati perché, anche se la sua era solo una piccola parte, si era impegnata molto e aveva ottenuto un buon risultato, persino il suo insegnante di recitazione si era complimentato con lei.
Si ritirò nei camerini insieme alle altre ragazze per cambiarsi e struccarsi. Le sue amiche erano intente a commentare la buona riuscita dello spettacolo, gli occhi brillanti, i visi rossi d’eccitazione. Mai le osservava con una punta di invidia nel cuore, nonostante tutto non riusciva ad essere completamente felice, un interrogativo continuava a tormentarla: Sakurakoji era venuto a vederla recitare? Era molto improbabile, lo sapeva. Lo aveva cercato per un’intera settimana, ma era stato impossibile rintracciarlo; non aveva risposto al telefono e nemmeno ai suoi numerosi messaggi e, anche se lei gli aveva lasciato detto il luogo e l’orario dello spettacolo, in fondo non si aspettava che lui fosse venuto sul serio a teatro. Non si trattava neppure di un evento eccezionale, doveva ammetterlo: Sakurakoji era abituato a vedere ben altri spettacoli, era abituato a ben altre attrici, però lei si era impegnata tanto e aveva desiderato con tutto il cuore che lui venisse a vederla. Per lei sarebbe stato veramente importante, ci teneva moltissimo.
Non lo vedeva ormai da diversi mesi, dall’ormai lontana rappresentazione di “Lande dimenticate”, e da qualche tempo lui era diventato del tutto irreperibile. Doveva essere molto preso dalle prove di “la dea scarlatta”. Il pensiero che lui dovesse recitare di nuovo con Maya Kitajima la faceva soffrire, non poteva evitare di essere gelosa e, anche se lui le aveva assicurato che erano soltanto colleghi di lavoro, non riusciva a stare tranquilla. Sospirò.
Tempo prima aveva comperato un ricettario che conteneva un incredibile numero di torte e si era dedicata anima e corpo alla preparazione di quelle prelibatezze, nella speranza che lui le assaggiasse, ma non era mai riuscita a fargliene mangiare nemmeno una. Si era cimentata con ricette semplici e con altre decisamente più complicate, aveva preparato crostate di frutta, torte al cioccolato, torte alla crema, cheese cakes, budini e dolci di ogni sorta. Invano. Forse a Sakurakoji non piacevano i dolci!
- Sei una stupida! Come puoi permettergli di trattarti così! Non si fa sentire da mesi, non risponde ai tuoi messaggi e tu sei qui che pendi dalle sue labbra e continui a preparargli torte!
Così gli aveva detto un giorno un suo compagno di recitazione, Kyosuke Hashimoto, stanco di vederla soffrire e tormentarsi invano. L’aveva anche invitata fuori diverse volte, ma lei aveva sempre rifiutato.
Non riusciva a dimenticare Sakurakoji, il suo sorriso luminoso, i suoi meravigliosi occhi blu. Era un’illusa. Lui era sempre stato gentile con lei, ma non aveva mai dimostrato un interesse particolare nei suoi confronti, aveva accettato di uscire dietro sua insistenza, ma non c’era mai stato trasporto nei suoi atteggiamenti. A voler essere onesti il comportamento di Sakurakoji era molto diverso quando si trovava con Maya Kitajima, l’aveva potuto constatare con i suoi occhi, e ora girava voce che stessero addirittura uscendo insieme. Probabilmente aveva ragione Hashimoto quando le dava della stupida.
Terminò di cambiarsi, raccolse le proprie cose e s’incamminò verso l’uscita del teatro. Era una splendida serata di primavera, spirava una tiepida brezza e la luce del tramonto tingeva il cielo di un meraviglioso colore rosato. La piazza antistante il teatro era affollata, letteralmente gremita di spettatori e attori che chiacchieravano amabilmente, scherzando, ridendo e commentando lo spettacolo; per la maggior parte si trattava di amici e parenti che erano venuti appositamente per assistere all’esibizione dei membri della compagnia.
Mai si guardò attorno smarrita. I suoi occhi cercavano Sakurakoji tra la folla: per quanto fosse minima la possibilità che lui fosse lì da qualche parte, in mezzo a quella gente, non voleva rinunciare a sperare. Lo cercò invano, non c’era traccia di lui. Le sue compagne di recitazione stavano uscendo una a una dal teatro incontrando amici e fidanzati che le attendevano sorridenti. Un’improvvisa ondata di malinconia assalì la ragazza, si sentiva terribilmente sola e abbandonata. Era inutile aspettare ancora, non sarebbe arrivato nessuno.
S’incamminò tristemente verso la fermata del pullman. Aveva percorso soltanto un paio di metri quando sentì alle proprie spalle dei rapidi passi in avvicinamento, qualcuno le posò una mano sulla spalla. Si voltò di scatto e sgranò gli occhi per la sorpresa.
- Sempai Hashimoto! Che cosa ci fai qui?
- Mi sembra ovvio!
Rispose lui porgendole un enorme mazzo di fiori.
- Non c’era forse uno spettacolo questa sera? Sono venuto per vederti recitare…sei stata bravissima! Complimenti!
- Io…grazie…
Balbettò lei piuttosto confusa, prendendo l’enorme mazzo dalle mani del giovane. Era la prima volta che qualcuno le portava dei fiori. Si sentì felice.
- Senti…Mai…che ne diresti di andare a mangiare qualcosa insieme?
- Sì!
Kyosuke Hashimoto rimase sbigottito. Non si aspettava certo di ricevere una risposta affermativa, prima di quel momento lei aveva sempre rifiutato tutti i suoi inviti. Si diede un pizzicotto per accertarsi di non sognare. Mai lo guardò incuriosita.
- Che cosa stai facendo?
- Nulla, nulla! Andiamo…
Si incamminarono insieme verso un piccolo ristorante che si trovava nelle vicinanze del teatro.
- Mai…la prossima settimana toccherà a me recitare in uno spettacolo e mi farebbe molto piacere se tu venissi a vedermi…
Il ragazzo la guardò sorridendo. Mai timidamente ricambiò il suo sorriso.
- Sì verrò! Verrò senz’altro! E ti preparerò una torta!
Il vento cominciò lentamente a soffiare in una nuova direzione.

FINE


 
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Shiro Amada
view post Posted on 15/3/2006, 09:57




Io questo raccontino breve già lo conoscevo rolleyes.gif è il primo che Estryldis mi ha fatto leggere della sua produzione e mi era piaciuto molto quando lo lessi smile.gif
 
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