| Sinceramente anche a me, leggendo l'articolo, non mi senbra che faccia chissà quale attacco verso i cosplayers e tantomeno NON dice che lui non vende per colpa dei cosplayers. Se la gente leggesse bene quello che l'articolo dice (non ce l'ho con te Jubey, ma anche su altri forum hanno fatto lo stesso errore e ovviamente per convenienza la massa si è adeguata), Bonelli NON scrive che le sue vendite sono calate, ma bensì che lui "non vende albi in fiera" nel senso che il suo stand a Lucca non ha mai avuto materiale in vendita, ma è solo allestito per permettere ai suoi lettori di incontrare gli autori.
Come dice Shiro, dopo 40 anni di fiere e manifestazioni si è reso conto che il fumetto in senso generico (NON i suoi fumetti, ma il fumetto in quanto tale) ha perso l'attenzione primaria che aveva quando appunto alle fiere si andava principalmente per i fumetti.
Se non sbaglio ne parlavo già anche con te, Jubey, anni fa e anche tu concordavi che ormai le fiere non erano più un punto di riferimento per scoprire le novità del settore o farsi un'idea di quello che un determinato editore offre. Questo perchè l'avvento di internet (informazioni reperibili più facilmente) e il proliferare di fumetterie hanno reso quesi "inutile" presentare la novità in fiera.
Credo che è questo che Bonelli ha constatato. Nulla più. E se guardiamo le fiere più grosse in Italia, è palese quanto dice Bonelli. Dal fumetto ci si sposta verso attività correlate e spesso che non c'entrano nulla col fumetto in se.
E difatti piano piano le case editrici che erano puntualmente presenti a "tutte" le fiere, hanno preferito lasciare spazio ad altri (che per il 90% sono privati o piccole fumetterie) cosicchè le fiere sono automaticamente diventate un mercatino al coperto dove tutti si lamentano che non fanno più affari perchè nella fumetteria sotto casa lo stesso titolo costa meno.
E per "sopravvivere" le fiere hanno giocoforza dovuto aprisrsi ad altri settori cosicché quelle più grosse sono effettivamente diventate un grosso calderone dove varie tipologie di pubblico possono scegliere di visionare quello che più gli piace. forse è un discorso un po' egoistico se lo facesse un espositore, ma credo che per lui sarebbe meglio un pubblico di 100 persone interessate al proprio settore, che 10000 interessate a tutt'altro. Credo che è un po' questo che lamenta Bonelli. Lui in quanto editore storico è sempre presente (anche per pubblicità propria, ovviamente: mica ci va per la gloria), ma altri più piccoli mano a mano preferiscono altri canali per proporsi al pubblico (probabilmente più economici e più redditizi, a conti fatti, visto che "esistono" senza avere stand in fiera). Quest'anno neanche la Disney era presente a Lucca.
Non so se leggere tra le righe di quell'articolo sia corretto, ma quando dice che preferiva la fiera quando era in via delle tagliate credo che sotto sotto guardasse al su portafoglio. Lucca ha un palco gratuito dove ci fanno il cosplay (evento principale nel week end; e forse è per questo che ha nominato proprio il cosplay e non i concerti), i concerti e qualche altro evento.
Vi siete mai chiesti chi lo paga quel palco? Magari chi va a Lucca per cosplay è concerti senza manco fare il biglietto della fiera? Forse il costo degli stand è aumentato anche per questo tipo di attività che, secondo chi vi partecipa, porterebbe migliaia di "potenziali clienti". Ma se la fiera (nel senso di stand) non la visita nemmeno, come fa ad essere un "potenziale cliente"?
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