| Seguendo la scia lanciata dal maestro, indegnamente cercherò di tracciare le linee portanti di quell'evento che i cosplayer attendono con ansia: la cena post-fiera, che avviene solitamente il sabato o a volte anche la domenica.
Qualora ne abbiano la possibilità, cioè quindi se presenti in auto o abitano vicino al luogo preposto, o meglio ancora se la fiera si svolge su due giorni, i cosplayer, stanchi, sudati, puzzolenti e con i vestiti sciupati dopo essere stati posti negli zaini a casaccio, si dirigono a frotte verso i luoghi d'incontro convenuti, distrutti da una giornata passata in piedi, senza poter fare pipì, con la gola arsa per non aver potuto bere nè mangiare e aver urlato come matti. E qui... viene dato sfogo alle pulsioni primordiali: gente che si ingozza come se non si cibasse da giorni e giorni, battute a ruota libera, specie a sfondo sessuale, coretti e urla alle gnocche di turno, qualche volta anche discorsi interessanti ed edificanti ma più spesso minchiate a raffica...
E nel frattempo i convitati fanno letteralmente impazzire i camerieri, sia per il chiasso che viene da quei tavoli, sia per la quantità e la qualità delle ordinazioni: si sa, infatti, che la percentuale di coloro che ordina seguendo il menu è dello 0,5%, e racconta l'Anonimo che è molto più facile che costoro chiedano mille variazioni, ordinino 5.000 piatti di patatine e poi ne mangino 10, perché immancabilmente qualcuno ordina qualcosa e poi se ne dimentica. A ciò aggiungiamo il fatto che i camerieri devono sgolarsi quando portano finalmente il cibo in tavola, perché chi ha ordinato la tal cosa puntualmente sta pensando ai cazzi propri o sta parlando col vicino, e non sente nè vede che la sua ordinazione è arrivata. Le aberrazioni cominciano qui, perché come si vede chi mangia il giusto, c'è chi mangia poco e chi mangia per cinquecento, e ci si chiede come sia possibile avere tutto quell'appetito.
E al momento di pagare il conto, quando i camerieri vorrebbero buttare fuori questa gente che ha invaso e distrutto la loro bella pizzeria, tutti quanti fanno orecchie da mercante, lasciando spesso meno soldi di quanti ne dovrebbero, imponendo conti alla napoletana o alla romana a seconda della propria convenienza. Difficilmente avanzerà del denaro, è molto più probabile che manchi una cifra minore o uguale al totale del conto, che dovrà essere integrata da qualche povero sfigato che, per tagliare corto, metterà il rimanente di tasca propria, facendo una volta di più la figura del fesso mentre coloro che godono del favore della folla saranno già fuori dal locale a fare gli splendidi o da tempo avranno già preso i mezzi per tornare a casa, incuranti del disastro che avviene a loro insaputa.
Maestro, che ne dice di questo?
|